
Ignaro della procedura completa mi preparo a seguire l'iter previsto ed espletare l'intera pratica. C'è chi scherza e ride sul dover far pipì quanto prima e sulla difficoltà di farlo nella quantità richiesta. Intanto cominciamo a bere bottigliette su bottigliette d'acqua. L'attesa è serena ma nello stesso tempo mette un po' di inquietudine, come quando i Carabinieri ti fermano ad un posto di blocco e temi di non essere in regola: cinture di sicurezza, fari accesi, documenti, assicurazione...
Me la cavo al primo tentativo (dopo un paio d'ore di attesa e cinque bottigliette!). Sono più sorpreso dai moduli da compilare e dalle etichette per identificare il campione e dalla busta che mi viene consegnata: se tutto è a posto non verrai chiamato, conservala per tre mesi!
Nulla da dire sul fattore sorpresa del controllo, rimango perplesso dal fatto che sia la prima volta e che ciò avvenga a venticinque anni dalle prime gare. Mi sarebbe piaciuto essere stato sottoposto al tempo del mio 29'23" a Bolzano sui 10.000 in pista oppure a Vittorio Veneto per 1h04'12" nella mezza o meglio ancora a Carpi '97 per il mio personale di 2h13'54" e secondo posto al campionato italiano. In questi ultimi due anni ho gareggiato poco, ma negli anni precedenti sono arrivato anche a 40 gare in un anno. Perché solo adesso? Perché non si sorteggiano anche posizioni delle retrovie? Se è vero che il doping è un fenomeno diffuso ampiamente nel mondo amatoriale, perché controllare i primi soltanto?