domenica 31 luglio 2011

Funzione terapeutica della corsa

L'ottima prova di Rieti si è trasformata in uno stimolo per allenarmi seriamente ed impegnarmi a dovere. Non sempre, però, i nostri desideri e le nostre aspettative si possono realizzare. E' bastato spingere un po' più del dovuto in discesa o forse in salita per compromettere lo stato di forma soddisfacente degli ultimi mesi. Una contrattura od uno stiramento (non sono andato a fondo nella questione) durante una gara a Nocera Inferiore ed uno stop di venti giorni non previsto.
Tutto da rifare.

Mi ritrovo ai primi di giugno con una condizione precaria e problemi gravi con papà che non sta bene e si aggrava velocemente.
E qui che che entra in gioco la funzione terapeutica della corsa per me (e credo dello sport in generale): correre mi permette di rilassarmi dalle tensioni quotidiane e di procurare al corpo quella stanchezza fisica che trova sollievo con qualche ora di sonno. Rispetto a tanti anni fa, dormo poco ormai e, soprattutto nella stagione estiva, bastano poche ore per darmi un senso di benessere.
Rimango fuori dalle gare per tutto maggio, giugno e luglio.
Papà ci lascia ai primi del mese di luglio. Mi ritrovo spesso a pensarlo durante gli allenamenti a Pace del Mela, soprattutto quelli in campagna lungo le strade percorse insieme e vorrei parlargli di tante cose mai dette.

Non è più possibile.